SISTRI in partenza: caos tra liberi professionisti e PMI

Sistri

SISTRI in vigore dal primo ottobre: bufera sulla nuova platea di soggetti coinvolti in cui rientrano anche medici, odontoiatri, veterinari e psicologi: ipotesi differimento di sei mesi.

Mancano pochi giorni all’avvio ufficiale del SISTRI il 1° ottobre: migliaia di liberi professionisti, studi medici e aziende sono nel caos, vista la generale incertezza sulla platea dei soggetti chiamati all’adempimento. Assintel (Associazione nazionale delle imprese ICT) e Agr (Associazione gestori rifiuti) chiedono al Governo di bloccare l’entrata in vigore del sistema di tracciamento dei rifiuti pericolosi, dopo che il recente provvedimento di semplificazione – con l’esclusione dei rifiuti speciali – ha cambiato le carte in tavola sui soggetti obbligati ad assoggettarsi al SISTRI.

Rifiuti pericolosi

Uno dei dubbi maggiori riguarda l’interpretazione del termine “rifiuto pericoloso” che secondo una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, sarebbe applicabile anche ai rifiuti autoprodotti nell’ambito della propria attività professionale e non solo a quelli trasportati da terzi. In questo caso, le micro imprese che finora potevano trasportare rifiuti pericolosi in piccole quantità senza aggravi burocratici ora sarebbero chiamate ad adempiere agli obblighi del SISTRI e dell’utilizzo del black box.

Professioni sanitarie

All’adempimento sarebbero chiamati anche medici, odontoiatri, psicologici e veterinari. Nelle disposizioni urgenti approvate in agosto dal Consiglio dei Ministri – per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle Pubbliche Amministrazioni – è stato infatti modificato l’obbligo di SISTRI inserendo la dicitura per “i produttori iniziali di rifiuti pericolosi” e non più  solo per gli enti e le imprese, come nella formulazione legislativa originaria, includendo i liberi professionisti del settore sanitario che svolgono la propria attività in studi privati e che finora si rivolgevano ad imprese specializzate per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti prodotti.

La richiesta di odontoiatri (ANDI), medici di famiglia (FIMMG), medici veterinari (ANMVI) e psicologi (PLP) aderenti all’Area Sanità e Salute di Confprofessioni è pertanto quella di lasciare l’onere del SISTRI alle imprese che si occupano di raccolta e smaltimento dei rifiuti sanitari, senza sovraccaricare i professionisti con un ulteriore appesantimento burocratico ed economico.

Doppio regime

Va poi considerato che i primi giorni di applicazione del SISTRI rappresenteranno un doppio onere per le imprese della filiera dei rifiuti che dovranno mantenere il doppio regime, ovvero quello telematico del SISTRI e quello tradizionale cartaceo. Per i trasportatori, tanto per stare allegri, ci sarà l’obbligo fino al 3 marzo 2014 di inserire anche i dati che il sistema prevedeva a carico dei produttori iniziali di rifiuti pericolosi.

Problematiche SISTRI

Il problema è sempre lo stesso che si ripete ormai da anni: «le imprese del settore concordano sulla necessità di assicurare la tracciabilità dei rifiuti, ma sono contrarie al SISTRI nella sua configurazione attuale in quanto presenta numerose disfunzioni tecniche, come del resto ha denunciato anche Assintel nella lettera inviata ieri al ministro Orlando. Se il SISTRI partirà, il rischio concreto è di creare più problemi di quelli che si intende risolvere», fa notare Agr. «Ci sono ancora problematiche aperte, come l’assoggettamento improvviso al SISTRI di odontoiatri, medici di famiglia, medici veterinari e psicologi, e problemi di tracciabilità, legati anche all’esclusione dal sistema degli autotrasportatori degli altri Paesi europei». Inoltre, il nostro sistema di tracciabilità è burocraticamente ed economicamente più pesante che in altri Paesi europei, spiega Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera e primo firmatario di un’interrogazione su tempi e modi di attivazione del SISTRI. «Nel valutare l’avvio parziale del sistema è necessario che il Ministero prenda in seria considerazione la possibilità che il SISTRI sia un legno storto e che sia necessario cambiare rotta per arrivare a un sistema semplice, efficace e trasparente. E per il futuro auspico si lavori in modo più aperto nell’ambito del tavolo tecnico sul SISTRI, per la verità istituto solo ieri».

Risposta del Ministero

«Il Ministero dell’Ambiente dopo nostra sollecitazione, ha fornito in risposta una serie di garanzie a favore degli utenti del sistema. In primis, il Governo fisserà i termini per il collaudo, fino ad oggi non ancora effettuato. In seconda analisi, è stata rappresentata la massima disponibilità a soggettiva, dilazionare i tempi e abbuonare le eventuali violazioni incolpevoli», ha reso noto il deputato del Pd Massimiliano Manfredi, co-firmatario dell’interrogazione. «In particolare, il Ministero ha ricordato che, pur permanendo due scaglioni temporali per l’avvio del SISTRI (1 ottobre per le imprese che trasportano o trattano rifiuti pericolosi, 3 marzo 2014 per i produttori di rifiuti pericolosi e per gli Enti e le imprese di trasporto di rifiuti urbani della Campania), ad oggi vige l’ipotesi di un differimento di sei mesi rispetto a marzo 2014 nel caso si proceda ad alcune semplificazioni del sistema, concernenti la possibile eliminazione degli strumenti tecnologici (chiavetta Usb e Black box) più volte contestati dalle aziende dopo la prima sperimentazione».

Fonte originale: pmi.it

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